Restauri Como di Monica Capuano
Chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate in Veleso – Pala d’altare madonna con bambino e Sant’Antonio Abate
Descrizione dell’opera
La Pala d’altare è stata eseguita ad olio su tela in canapa rispondente alle dimensioni di cm 180 x 283, contornata da una cornice lignea dorata.
Il manufatto tessile era composto da due tele unite fra loro da una cucitura visibile lungo il lato destro del dipinto.
L’opera, di pregevole fattura, colpisce per la meticolosa esecuzione degli incarnati, e per i volti molto espressivi dei Santi.
In alto, campeggia la Madonna con Bambino, a destra sono riconoscibili Santa Chiara di Assisi che tiene in mano la lanterna con il Santissimo Sacramento, San Gerolamo raffigurato anziano con una lunga barba bianca ed il teschio, Sant’Antonio con il saio marrone e il giglio bianco, sulla sinistra è raffigurato il committente dell’opera e Santa Caterina da Siena.
In basso a sinistra vi è un cartiglio con la committenza e la dedica.
Il quadro fu eseguito nel 1662 dedicandolo ad Eusebio Zerboni, di cui quest’ anno ricorre il 350° anno dalla morte.
Eusebio Zerboni è ricordato come un personaggio illustre delle piccola comunità di Veleso, nativo del posto sin da piccolo si appassionò alla religione e quando fu il momento prese i voti di frate dell’Ordine Francescano.
Nel corso della sua vita da Francescano, va in terra Santa per alcuni anni, poi viene nominato Vescovo di L’Aquila, quando lui riceve questa nomina, disegna lo stemma che è presente al centro del dipinto, ma purtroppo muore prematuramente in Terra Santa prima di essere effettivamente Vescovo nel 1662.
Stato di conservazione
L’opera si presentava in un discreto stato di conservazione, la tela è in canapa a trama grossa, con ancora una buona elasticità.
La pellicola pittorica invece, risultava lacunosa soprattutto sul bordo sinistro, al centro ed e in basso a destra in corrispondenza del cartiglio.
Il dipinto sul lato destro e al centro, presentava delle macchie biancastre formatesi per l’umidità della parte esterna della facciata che ora è stata restaurata.
L’opera aveva già subito un restauro, infatti risultava foderata, ma a causa dell’umidità la tela da rifodero era in più punti distaccata dalla tela originale per il deterioramento della colla usata per la foderatura.
Nonostante ciò la tela ha comunque mantenuto una certa planarità e priva di deformazioni.
L’opera aveva delle parti ritoccate sopratutto sullo sfondo della Madonna, i ritocchi furono eseguiti sul dipinto senza prima effettuare la pulitura, quindi risultavano diversi dal valore cromatico originario.
Il vecchio telaio era in pessime condizioni visto che era tarlato, privo di smussi e zeppe oltre ad essere instabile.
La cornice dorata composta da quattro parti assemblate tra loro, era avvitata direttamente al perimetro del quadro, causando buchi e sfilacciature.
Interventi di restauro
Pulitura
La pulitura è stata minima, finalizzata alla eliminazione delle tracce di vernice disomogenee e all’alleggerimento di alcuni ritocchi poco armoniosi con il resto del dipinto eseguita a tampone con solvente.
Smontaggio del dipinto dal telaio
Il dipinto è stato smontato prima dalla sua cornice e poi dal suo telaio.
Durante la fase di schiodatura del dipinto dal telaio, si è constatato che la vecchia foderatura era stata realizzata con della tela in canapa ed incollata con colla pasta, ma non fungendo più alla loro funzione, in quanto quasi completamente distaccate, è stata tolta.
Sfoderatura
La vecchia foderatura è stata eliminata distaccando la tela da rifodero dall’originale, che comunque era già in parte distaccata.
Pulitura del retro
Il retro della tela è stato pulito dai residui di colla con impacchi di agar agar.
Consolidamento
Il consolidamento è stato eseguito localmente dove il film pittorico era decoeso dalla tela, con prodotto dato a pennello.
Foderatura
La foderatura è stata rifatta con una nuova tela in poliestere scelta per le sue caratteristiche meccaniche in quanto elastica e poco attaccabile microbiologicamente.
Telaio Il telaio originale è stato sostituito con uno nuovo, adatto alle grandi dimensioni del dipinto con smussi, traverse e zeppe.
Colmatura delle lacune
Le piccole lacune sono state colmate con uno stucco a base di gesso e colla.
Reintegrazione cromatica
Il dipinto è stato ritoccato in maniera minima, con colori a vernice.
Vernice finale
L’opera è stata trattata con una vernice satinata per uniformare la lucentezza dell’opera e restituire in maniera corretta i valori tonali originari.
Intervento sulla cornice
La cornice originale era inchiodata direttamente al perimetro della tela.
La cornice lignea dorata in foglia d’oro, si presentava impolverata e mancante di alcune parti che la componevano.
Le parti mancanti sono state create ed innestate all’originale con un legno della stessa essenza.
a cornice è stata dorata a foglia d’oro e brunita con pietra d’agata.
Struttura lignea di sostegno alla cornice
Si è creata una struttura lignea costituita da quattro assi quadrate assemblate ed avvitate al bordo del telaio per fare da supporto alla cornice lignea dorata che è stata fissata con viti alla nuova struttura per evitare di agire sulla tela.