Restauri Como di Monica Capuano

Restauro dei quattro altari di Zelbio

Alcune notizie storiche ed osservazioni

La prima edificazione della chiesa di Zelbio risale probabilmente al 1593 per sostituire un precedente edificio di culto ormai in cattivo stato di conservazione.

Dai documenti degli archivi parrocchiali risulta Parrocchia dal 1617 e in seguito si intervenne anche agli abbellimenti della Chiesa.

Alla fine del seicento risalgono gli stucchi del presbiterio e delle Cappelle che vennero realizzati dalla stessa mano d’artista.

Anche i dipinti inseriti nelle nicchie delle Cappelle sono coevi ad esse.

La pala d’altare, posta nel Presbiterio venne realizzata da Carlo Innocenzo Carloni (1687- 1775) raffigurante La caduta da cavallo di Paolo prima della sua conversione.

Il dipinto è ampiamente documentato sia negli archivi che nella biografia dell’artista.

I Carloni, originari di Scaria d’Intelvi, erano una famiglia di artisti, numerose sono le opere presenti sul territorio lariano, in Ticino ed anche all’estero.

Dal 2007 abbiamo seguito i restauri della Chiesa di San Paolo della Conversione ci sembra importante evidenziare quanto fatto fino ad oggi , in modo da dare una visione più completa all’intero lavoro di restauro.

Restauro del 2011

Il restauro del 2011 (con la supervisione del dott. Pescarmona) interessò la Pala d’altare del presbiterio, un grande tela dalla forma mistilinea dipinta dal pittore Carlo Innocenzo Carloni.

In quell’occasione si intervenne anche sulla cornice realizzata in stucco che contornava il dipinto.

Gli stucchi, erano ricoperti da due spessi strati di scialbo, sotto i quali emerse la cromia originaria facendo risaltare la bellezza e la finezza nell’ esecuzione plastica in particolare dei putti e cherubini.

Restauro del restauro del 2016-17

Nell’attuale restauro, si è potuto constatare che la Chiesa fu oggetto di due importanti momenti di rinnovo: Nel 1803 come testimoniato dall’archivio parrocchiale e da una scritta trovata sotto l’ovale del dipinto della Cappella della Sacra famiglia riportante “La chiesa fu biancata Giò Battista Zerboni nel 1803” .

La scritta si riferisce all’intervento sugli stucchi e su alcune pareti della chiesa.

Nel 1949, come testimoniato da una scritta trovata sotto il dipinto rettangolare raffigurante la Sacra famiglia della omonima Cappella, oltre ai documenti parrocchiali ed alle fonti orali degli abitanti di Zelbio, ci fu un importante intervento, che cambiò radicalmente l’aspetto trasformandolo in ciò che vediamo oggi.

Il parroco di allora interpellò il Professor Morgari di Torino, artista decoratore attivo in quegli anni anche in altre Chiese (Chiesa di San Giorgio in Carimate, Chiesa della Assunta in Pian del Tivano), etc..).

All’artista fu affidata la decorazione realizzata a tempera di calce di tutta la navata della Chiesa, delle Cappelle, delle pareti e delle lesene.

In quest’occasione si diede sugli stucchi una mano di scialbo che ancora una volta ricoperse la loro superficie nascondendo in parte il valore plastico.

La scritta sopra menzionata, riporta il nome di Morgari pittore e di altri due artisti Martinelli e Moretti.

Martinelli fu un decoratore attivo nel comasco sin dagli anni trenta, alcuni suoi interventi sono riconoscibili e visibili in alcune chiese del Comasco: Chiesa di San Simone e Giuda a Rodero, Chiesa di Cagno, Chiesa di San Paolo a Cantù .

Apparato decorativo preesistente prima del 1949

Durante i lavoro di restauro, sono emerse delle tracce di decorazioni preesistenti a quelle del 1949, in diverse parti della Chiesa: all’interno delle Cappelle, nella cantoria e sulle lesene come da documentazione fotografica allegata.

Cappella della Sacra Famiglia

Descrizione

La Cappella si trova sul lato sinistro della navata ed è dedicata alla Sacra famiglia.

Al centro vi è un dipinto raffigurante S. Anna e Gioacchino con Maria Bambina, contornato da una ricca cornice modanata, ai lati ci sono due Angeli , foglie d’acanto e due mensole a voluta con cherubini.

Il basamento della Cappella è costituito da uno zoccolo, decorato da stucchi e riquadri in finto marmo lucido.

In alto al centro del frontespizio riccamente decorato vi è un dipinto ovale raffigurante S. Anna e Maria Bambina, ai lati angeli e cherubini che chiudono finemente la struttura. La Cappella presentava le pareti di fondo decorate

Sulla sommità del dipinto vi era un cartiglio riportante la scritta “Rosa Mistica” eseguita nel 1949.

La Cappella presentava le pareti di fondo decorate nel 1949 annerite a causa del riscaldamento di due caloriferi presenti nella Cappella. La superficie degli stucchi era ricoperta da uno spesso strato di scialbo, dato in due momenti.

Alcuni stucchi erano da consolidare e da integrare.

Stato di conservazione.

Tasselli di indagine

Durante il restauro, sulla volta della Cappella, in alcune parti dove il colore era distaccato, si sono eseguiti dei tasselli di indagine che hanno confermato la presenza di un apparato decorativo sottostante ben eseguito ed in buone condizioni. I tasselli sono stati documentati fotograficamente e successivamente ricoperti, valutando la non possibilità almeno per il momento di intervenire su tutta la Chiesa.

Intervento di restauro

Discialbo e pulitura

L’intera superficie degli stucchi, è stata discialbata a secco con bisturi e spugna wishab, in questa fase è emersa la cromia originaria sotto due strati di scialbo.

Durante questa fase, in corrispondenza del cartiglio sotto la scritta “rosa mistica” è emersa la scritta originaria, coeva agli stucchi della Cappella, che riporta: “Haec Est Generatio Quarentium dominum”.

La scritta ritrovata fa riferimento alla famiglia, infatti sulla sommità della Cappella, nella nicchia superiore si trova una tela ovale raffigurante San’Anna e Maria Bambina.

Una seconda nicchia rettangolare posta al centro della Cappella, raffigura canonica sacra famiglia, con Maria San Giuseppe e il bambino Gesù, la generazione appunto, che tramanda la parola di Dio.

La parte inferiore dell’altare presentava dei riquadri dipinti malamente a smalto, durante la fase di pulitura fatta a bisturi, sono emersi i colori originari.

La parte bassa presentava al centro una stuccatura eseguita a cemento, che ricopriva il bordo inferiore dello stucco, nascondendone la reale forma.

Si è optato per la rimozione di parte della stuccatura in cemento e colmatura delle lacune per armonizzare il piano dell’altare.

Consolidamento

Il consolidamento è stato fatto in corrispondenza di piccole crepe e mancanze con resina acrilica in corrispondenza di distacchi tra un elemento e l’altro.

Integrazione materica

Per la colmatura delle lacune sono stati utilizzate malte alla calce.

Integrazione pittorica sugli stucchi

In corrispondenza delle nuove stuccature, è stata fatta una integrazione cromatica per tonalizzare le superfici.

Intervento sulla superficie della Cappella

La parete di sfondo all’altare in stucco, è stata dipinta con un colore rosa antico, tono di sfondo delle pareti della chiesa.

Cappella dedicata a San Giuseppe

La Cappella si trova sul lato destro della navata ed è dedicata a San Giuseppe.

Presenta un altare riccamente decorato, da Angeli, foglie d’acanto e mensole a voluta con cherubini.La nicchia in stucco mistilinea, accoglie un dipinto eseguito ad olio su tela, raffigurante “San Giuseppe e San Bernardo con il Diavolo”, contornato da una cornice lignea dorata mistilinea.

In alto, al centro del frontespizio, riccamente contornato da cherubini, vi era un cartiglio recante la scritta dipinta nel 1949 “Dilectus deo et hominibus”.

Ai lati della nicchia, a completamento della porzione centrale della Cappella si trovano quattro colonne tortili in finto marmo, due per lato, sormontate da capitelli corinzi in stucco e separate da due paraste con capitello decorato a triglifi.

Cappella dedicata a Cristo Re

Descrizione

La Cappella si trova a sinistra della navata ed è dedicata al Sacro Cuore di Gesù.

Essa è costituita da una struttura architettonica realizzata in stucco con una nicchia centrale contenente una statua realizzata in gesso , raffigurante Gesù.

La nicchia è completata da una ricca cornice mistilinea modanata ed in parte dorata.

A completamento della decorazione della cornice della nicchia si trovano due angeli, con foglie d’acanto, uno per lato, in altorilievo,mentre al centro dell’arco a tutto sesto della nicchia, è posto un cartiglio recante la scritta “ Fons vitae et Santictatis”dipinto nel 1949

Il basamento della cappella è costituito da uno zoccolo, decorato con cornici in stucco e riquadri in finto marmo lucido.

L’andamento della struttura è leggermente concava, per dare una sensazione di avvolgimento all’osservatore essendo appoggiata al muro di fondo piatto della navata.

Al centro dello zoccolo, sotto il piedistallo della statua di Gesù, si trova un tabernacolo ligneo policromo in parte dorato.

La chiusura superiore della struttura è ricca e fastosa, un cornicione modanato collega le colonne da sinistra a destra con un arco a tutto sesto in corrispondenza della nicchia, sopra di questo due angeli a tutto tondo uno con in mano la palma e l’altro con il giglio e con putti in altorilievo poggianti alle volute del frontone che reca al centro un bassorilievo, culminante con un cornicione decorato con cherubini.

A i lati sono presenti due dipinti murali realizzati in tempi più tardi, alla sinistra è raffigurato San Francesco e alla destra San Antonio Abate.

Intervento di restauro

Discialbo e pulitura stucchi

L’intera superficie degli stucchi, è stata discialbata a secco con bisturi e spugna wishab, in questa fase è emersa la cromia originaria sotto bel due strati di scialbo.

Durante questa fase, in corrispondenza del cartiglio sotto la scritta “Fons vitae et santictatis” è emersa la scritta originaria, coeva agli stucchi della Cappella, che riporta: “ Multa Redimet modico premio”.

Pulitura delle colonne tortili

Le quattro colonne dell’altare di forma tortile, sono realizzate in finto marmo lucido.

La pulitura è stata fatta a bisturi a secco, la loro superficie era ingiallita e ricoperta da uno strato di vernice ossidata.

Integrazione plastica degli stucchi

Alcuni elementi in stucco rotti o mancanti come le dita delle mani degli angeli, i gigli, le ali dei puttini sono state integrate e fissate.